mercoledì 10 agosto 2022

Ivanda ha amato un Vampiro!!!

  "Il vampirismo è una manifestazione abbastanza normale", rimasi davvero esterrefatta quando mia madre se ne usci con questa affermazione. 

"Non mi guardare così, ne sono stata anche amante!"

"Ivanda per favore", anche se sei un alter ego sei sempre mia madre e non mi va di pensarti amante, di un vampiro, poi!"

Alcune delle storie che si raccontano hanno qualcosa di vero, ma certo è che pochissimo della figura di vampiro che vi raccontano corrisponde a verità. 

I vampiri non sono di questo mondo.

Mi misi ad ascoltare, in fondo i suoi racconti erano sempre affascinanti e brevi, per cui perché non sentire l'ennesima storia, che poi quasi sempre legava alla fotografia. 

"ah vedo ti interessa"

"Allora... era circa il 1976, tu eri gia nata, avevi 5 anni, e tuo fratello 3.

Mi avevano assegnato una missione in Francia ed era un gran casino realizzarla perché era estate e tuo padre stava spesso a casa". Feci in modo che tu e tuo fratello andaste da tua nonna, fingendo uno dei mie malesseri, e grazie a una sosia che addormentava tutte le sere tuo padre mi recai per ben 15 giorni in Francia".

"Quale era la missione?"

"Vuoi sapere della missione o dei vampiri? e allora zitta per favore!"

Ivanda si accendeva la pipa, mi dava una rabbia vederla così spavalda  e sicura di se, la casalinga rincoglionita che conoscevo reclamava un po di rispetto.

"Insomma a Parigi visitai un mercatino dell'usato e vi trovai una vecchia macchina fotografica con ancora dentro un rullino e lo sviluppai"

"Sii e dentro c'erano delle foto di vampiri?"

"No, la mia vita è meno banale e meno logica di quanto tu voglia credere!

Dentro c'erano delle foto degli anni 60, normalissime foto, alcune le ho sempre..."

Aprì uno dei suoi cassetti straripanti di cartelline e dopo circa tre minuti di ricerche mi mostrò alcune fotografie.

Un salotto francese e delle ragazzine che giocavano con un trenino e un orsacchiotto, il tutto degli anni 50 si.

"Ottima stampa" dissi toccando le carte perfette baritate.

"da chi credi di aver ereditato la tua capacità di stampare così bene?"

Non certo da lei che ho creduto una casalinga depressa per anni.

"Quindi ti stavo dicendo, a un certo punto mentre guardo le foto sento una strana presenza dietro di me, prendo la pistola nel mio cassetto del trucco..."

Faccio una faccia annoiata e incredula: quando mai mia madre si era truccata!

"Guarda che abbiamo avuto il fucile di tuo nonno per 25 anni in casa..."

"Si si dai, insomma c'era il vampiro?"

"Nooooo"

E si versa un rum, dal profumo buonissimo.

"Adesso taci" se mi interrompi di nuovo non ti racconto più nulla.


- Avevo sentito una presenza e infatti nella mia camera si era intrufolata una signora di circa 40 anni, io ne avevo 25 all'epoca. Le puntai la pistola ma capii subito che era una donna incapace di qualsiasi male, e scoppiò a piangere. 

"Mi scusi cosa fa in camera mia?"

Mi deve perdonare, da anni sto cercando la macchina fotografica che lei ha acquistato ieri. Ho anche assoldato un detective che ieri mi ha scritto che aveva trovato la macchina.

Mi sono precipitata qui.

"Mi racconti..." Dissi in maniera ironica e spazientita

Vede in quella macchina ci sono le ultime fotografie di mia sorella e me insieme.

Eravamo bambine poi mia sorella sparì in circostanze misteriose e io ricordavo quella macchina fotografica che era sparita insieme a mia sorella.

"Ecco ora è tutto chiaro" dissi in maniera sarcastica.

Non le dico altro perché tutta questa storia ha fatto impazzire mio padre che è morto qualche anno fa.

"Ok quindi esattamente lei cosa vuole da me?"

Le fotografie, può tenersi i negativi. Io voglio solo vedere le foto in cui sono con mia sorella e avere un ricordo di lei.

Non ho nessun problema a dargliele ma questa storia non ha davvero senso.

Gli consegnai le foto e ripresi il mio lavoro.

Un giorno a pranzo mi si avvicinò un tipo molto molto affascinante, che parlava benissimo italiano.

Il mio lavoro mi metteva sempre in situazioni abbastanza pericolose per cui ero abituta a essere una grande osservatrice e a  non fidarmi di nessuno.

"Si è accorta che ci sono due ragazze, credo russe che la stanno seguendo da stamani?"

No, dissi, mi ero accorta di una sola.

Feci per alzarmi e lui mi trattenne.

"Pranzi con me, non le voglio fare alcun male, non sono interessato alle cose di politica internazionale, sono più interessato alla fotografia, Ivanda"

Rimasi a pranzo, e mi trovai davanti una delle persone più interessanti, colte, educate, brillanti che avessi mai incontrato in vita mia.

A un certo punto mi guardo negli occhi e mi disse: "Sono un vampiro"

Stavo bevendo uno champagne di una annata incredibilmente ottima e per poco strozzo, spruzzandoglielo in faccia, per la risata che naturalmente emerse da dentro di me irruenta e anche liberatoria.

Ero di fronte a un bellissimo mitomane. Che sicuramente non avrebbe messo a repentaglio la mia missione.

"Non mi credi"

No, no ti credo.  Ridevo come una pazza per la paura che avevo provato.

Si alzo molto arrabbiato e se ne andò.

Non lo vidi per due giorni e me lo ero quasi dimenticato.

Uscivo dal Louvre e mi trovai a faccia a faccia con lui, non troppo sorridente.

Mi diede una macchina fotografica anni 50 con un rullino dentro.

"Sviluppi anche questa!"

OH, insomma non sono venuta a Parigi a sviluppare rullini.

"Lo faccia o stasera faccio fuori uno dei suoi figli in Toscana"

Li un attimo mi prese male, ma  avevo un accento toscano, lui era italiano, insomma era solo un mitomane e poi eravate sempre sotto stretta protezione quando io ero in missione.

Tornai in albergo e sviluppai il rullino.

Erano delle sue fotografie, lui in piazza a Parigi, lui al Louvre, lui con una donna e un cane.

Il giorno dopo mi recai al ristorante dove lo avevo incontrato la prima volta e infatti era li bellissimo come sempre.

"Allora? Ha le foto?"

Certo, se no uccide uno dei miei figli in toscana. 

Ero abbastanza contrariata.

"Eccomi qua nel 1953"

Comincia a stufarmi, le sto puntando una pistola silenziata in mezzo al petto, se continua le sparo.

"Lo faccia."

E lo feci. E li pensai avesse un giacchetto antiproiettile ma era troppo esile.

Mi ritrovai in un bagno con lui davanti e la sua camicia forata e sporca di sangue il suo petto squarciato che stava GUARENDO.

Svenni.

E mi ritrovai in camera mia con lui che rideva a dorso nudo sano come un pesce.

"Sono un vampiro e sono vivo e ho bisogno di una favore"

Parlo per circa due ore, raccontandomi chi era, da dove veniva, mostrandomi i suoi denti da vampiro, dicendomi che erano secoli che non beveva da una vena umana, e che detestava tutte i libri, i film, le serie che parlavano di vampiri.

I vampiri vengono da un'altra dimensione.

Lui e altri 5 membri della sua famiglia erano stati intrappolati in questa dimensione da dei ribelli del loro mondo.Nella terra erano ancora all'età della pietra quando arrivarono nella nostra dimensione erano dotati di molti poteri ma non riuscivano a cibarsi di nulla e 3 di loro morirono nel giro di un mese. Rimasero solo lui e suo fratello Escar. Una sera che sembrava l'ultima per entrambi, in un bosco una donna cavernicola si era persa nel bosco e una iena l'aveva ferita, fu li che i due fratelli scoprirono che davanti al sangue umano i loro denti si trasformavano e potavano cibarsene. Divennero cacciatori.

Avevano velocità e sensi molto sviluppati e soprattutto praticavano la quella che noi chiamiamo magia. Costruirono utensili e molte altre cose. Accadde che un giorno non uccisero tutti gli uomini di cui erano cibati e videro che alcuni (non tutti) esseri umani diventavano vampiri e che erano però molto più vulnerabili. I nuovi vampiri erano però molto animali così crearono esseri che potessero controllarne la crescita e crearono quelli che noi chiamiamo Lupi Mannari.

A un certo punto i fratelli di Klaus, così si chiamava il mio vampiro, riuscirono a aprire il varco tra le dimensioni e venire a liberare il fratello.

Era circa il 3000 avanti cristo. Klaus aveva incontrato il Budda e stava studiando i mondi paralleli.

Nella reunion non tutto andò bene e molti dei ribelli che avevano cercato di distruggere la dinastia di Klaus nell'altra dimensione scapparono nella nostra.

Nacque così la Setta dei Vampiri e dei Lupi Mannari che vigilava sulla nostra dimensione. -

Mia madre si era zittita e aveva un sorriso sornione e sognante.

Insomma ti sei scopata il vampiro?

"Si Tesoro, mi aiutò a risolvere la mia missione e passammo quasi 5 giorni a Cannes sulla sua barca. 

Ho preso anche un campione del suo sangue e l'ho fatto bere a tuo fratello e  a te, per aumentare le piastrine"

"Scusa Ivanda ma la tipa delle foto e il suo detective?"

- Ah già.

Kluas era sulle tracce dei Ribelli, che continuano a venire sulla terra e cercano di conquistarla. Aveva scoperto che una delle bambine, che erano gemelle, era una ribelle, l'aveva catturata e l'aveva rimandata nella sua dimensione. La macchina fotografica era stata intrisa di un segnale di ribelle e quindi era stata monitorata per più di due decenni, io l'avevo comprata e lui aveva pensato che io fossi una ribelle. La signora invece era solo una povera donna vittima di questi famosi ribelli. Ora se non dispiace vado a dormire.


Ho lasciato Ivanda a casa e sono andata a casa mia.

Questa storia è una figata e la voglio proporre a Netflix.

Grosseto 10 Agosto 2022




lunedì 2 marzo 2020

Underground fotografia

Linguaggio
Fotografia
Linguaggio fotografico

da Termine estremamente,diciamolo,sputtanato. 
 Treccani:
underground ‹ndëġraund› agg. ingl. (propr. «sotterraneo»). – 
1. Che si oppone intenzionalmente alla cultura tradizionale e ufficiale, utilizzando forme espressive e sistemi di diffusione e di produzione alternativi rispetto a quelli usuali, con partic. riferimento al movimento artistico e sociale affermatosi negli Stati Uniti d’America (e di qui diffusosi, in varie forme, in altre nazioni e spec. nell’Europa occidentale) negli anni ’60 del Novecento, caratterizzato da un esasperato sperimentalismo e da un atteggiamento ideologico trasgressivo e anarchico che hanno largamente influenzato la cultura giovanile anche negli anni successivi: la cultura u. delle ultime generazioni di giovaniarte u., e musica u., canzoni u., cinema u., teatro u., grafica u.la stampa, la pubblicistica u., e riviste, giornali, fumetti u.artisti, scrittori underground. Come s. m., con valore collettivo: il declino dell’underground. 
2. raro. Clandestino, segreto: un movimento u. di estrema destraun traffico u. di armi.

Io oggi mi sento underground, nel senso di SOTTOTERRA.
Cerco ancora il mio compagno di giochi e non riesco a trovarlo.



venerdì 10 febbraio 2017

Sul corpo

"Sarà che il mio corpo non è mai stato perfetto. Sarà che non mi era stata trasmessa quella dose di femminilità che ogni donna riceve dalle donne della propria famiglia. Il mio corpo cominciai a scoprirlo presto i suoi sensi, il piacere che poteva provocarmi.

E poi scoprii il piacere del guardare i corpi belli. I corpi degli altri, delle altre.

Ogni corpo anche quello imperfetto era in qualche modo bellissimo.

Ma poi c'erano I corpi quelli perfetti, le icone greche che prendevano vita.

Complice di quella bellezza una serie di fattori incredibili: l'età, i geni, la determinazione, l'amore per se stessi, equilibrio della mente e tanti tanti ancora.

Come doveva essere indossare un corpo perfetto come quelli che vedevo?

Non c'era invidia, se mai avidità.

Per cui comincia a fotografarli.

E ogni corpo divenne una icona nella mia testa: di tempo, di salute, di perfezione, di dolcezza..."

Il velo

la mia ricerca 

#volevofidanzarmiconunadragqueen


Ph Thomas Karsten

Ines 1991

Nudi

Introduzione Raffaele Morelli

FEDERICO MOTTA EDITORE



martedì 17 gennaio 2017

Mia nonna mi chiede spesso perché non ho una relazione "normale", una famiglia "normale"...
perché ho sposato la fotografia!
((( Non può comprendere l'amplesso che si prova nel vedere la propria fotografia "finita", il tuo progetto finito, la tua mostra allestita...)))
Ecco un altro pezzo di Ivanda:
VR Comunicazione Fotografia Siena
Lost in sense - Photography Food Book - Ph Vanessa Rusci
"Chi mi ama veramente accetta tutta questa roba qua... e assicuro che non è semplice, non è facile, non è pratico...
Ti alieni, ti perdi, ti dimentichi di tutto.
Vivo in un altro luogo, di tempi surreali e accavallati, mentre passo l'aspirapolvere mi viene in mente il titolo e corro a scriverlo, l'aspirapolvere peró è acceso, non lo sento più, apro i file, li nomino e mentre li sto per risalvare, vedo quel file che è migliore, troppo, e che avevo scartato, perché lo avevo scartato? Adesso lo trovo perfetto! Intanto l'aspirapolvere è acceso. Allora lo apro, lo rielaboro, lo impagino e poi... e poi mi ricordo che l'aspirapolvere è di la acceso.
Lo spengo, lo lascio in mezzo e...
Continuo a seguire questa botta di sicurezza che produce bellezza.
E poi troppo spesso hai bisogno di sostegno.
E troppo spesso non ci sei quando devi darne.
E non hai preparato nulla per cena perché cenerai stanotte.
E cerchi di darti delle regole, perché lo sai che la disciplina è importante...
ma poi vince lei...
quella che brucia di vita, di arte, di passione... e la ami troppo.
Lei quella che alla fine sei riuscita a domare, quella che sente, che vede, che conosce la vita e il suo vero senso"
Ivanda Mariottini
"La disciplina dell'artista"
Ed La Dea
Collana Gli Introvabili

domenica 15 gennaio 2017

La fotografia è il viaggio: faticoso

"Essere come sono è faticoso... 
La ragazza collerica e prepotente ha lasciato da tempo il campo a una donna che prova a controllare le proprie emozioni, le proprie avidità, i propri alti e bassi.
La ragazza che puntava il dito sempre fuori oggi è la donna che continua a guardarsi allo specchio, cercandosi e prendendosi le proprie responsabilità.
Si è faticoso, ma non saprei vivere altrimenti.
Questi occhi curiosi mi hanno portato in mille posti, mi hanno fatto vedere mille e mille anime, mi hanno mostrato le brutture e le meraviglie dei cuori e dei luoghi che ho visitato.
Questo cuore ingenuo mi ha permesso di sperimentare momenti di vita irripetibili.
È faticoso. È solitudine. È paranoia. È dolore. È follia. È vuoto. È una continua ricerca.
È faticosa fin quando non si rompe un altro guscio e esce qualcosa di nuovo: un incontro, una storia, un progetto, una foto.
Una foto: quell'istante selezionato, scelto, congelato, fermato per sempre.
Quel l'illusione di eternità.
Quel dono degli Dei: la porta per un luogo eterno, la memoria, la fantasia, il sogno.
È faticoso come allenarsi per il record dei 100 metri, la scalata dell'Everest, un viaggio nello spazio... poi scatti quella foto e niente e tutto diventa facile..."
Faticoso - Ivanda Mariottini
Zante 2018 - tratto da
La Fotografia è il viaggio
Ed La Dea
Collana Gli introvabili

- Fuori fa freddo, qui sotto no -
Ph Vanessa Rusci 
Saltemnano

Il dono di vedere il rosso

"...abbiamo ricevuto il dono di vedere il rosso..."
Ivanda Mariottini
- Del vedere, del guardare, del gioire"
Collana Gli introvabili
Ed La Dea

Photo
VaRu
Rosso Stufa

mercoledì 9 dicembre 2015

Un posto ovunque. Guerra e immagini.

Ero ancora sconvolta da quello che avevo visto durante i bombardamenti, non riuscivo a credere che l'essere umano fosse così alienato da non capire che gli uomini sono tutti uguali, tutti con le stesse sofferenze, tutti con le stesse paure... manovrati chissà da che cosa.
Arrivò il tipo, voleva tutti i miei scatti, "come da accordi".
Glieli consegnai. In quel momento non pensai a nulla. Faceva anche troppo male.

Uscì un articolo con una selezione di immagini che raccontava un'altra storia, diversa da quella che io avevo registrato.

Il potere mistificatorio dell'immagine.
L'avevo nuovamente sottovalutato.
Ivanda Mariottini - Un posto ovunque la nell'Europa - 1958 - © 2006 2086

  « La fotografia, come le altre arti, come il linguaggio, come la letteratura subirà la sua evoluzione: una volta che si saranno stancati d...