venerdì 27 dicembre 2013

Sulla qualità

Sarà che non mi rendo mai conto, quando scatto, di quanto i miei occhi abbiano linee direttive così impresse per tutto ciò che ho guardato che non fanno altro che rincorrere le loro “sicurezze” i campi che conosco, quelli dove stanno bene, dove si ritrovano e si riconoscono.
Nonostante io lotti e li supplichi di abbandonarsi al cuore, all’attimo, loro come il cavallo stanco alla sera, tornano a casa.
A volte riesco a ingannarli e allora escono delle foto che mi sorprendono, che mi svelano qualcosa di nuovo, profumato, divertente.
Amo la fotografia che non è perfetta, che rompe schemi, che provoca, che stuzzica, ma si, che da anche noia.
Sarà che una delle magie più belle era guardare quella carta bagnata che rivelava l’istante precedentemente registrato. Non mi importava che fosse nitido, perfetto, in fondo la mia attrezzatura non era costosa, per cui le lenti spalmavano la luce, e neppure la carta, i liquidi e l’ingranditore erano di qualità quindi decisi che la qualità non mi interessava, che la magia era così esagerata che tutto il resto passava in secondo piano. gli istanti… mescolabili, interpretabili, congelati, mossi, la realtà si modificava, la realtà non esisteva, esistevano solo delle convenzioni…
buffo che l’uomo avesse inventato qualcosa che registrasse la “verità” e che la verità fosse così plasmabile, così soggettiva, così “assente”…
avete mai vista  stampare una fotografia? intendo fotografia analogica…
è qualcosa di strabiliante…
contiene in se verità sulla vita che se ti ci metti a pensare puoi anche impazzire o … cadere in estasi.
abbiamo prima inventato il tempo e poi abbiamo imparato a fermarlo…
ero innamorata della fotografia ma dopo la stampa mi ammalai, di ossessione forse, di ricerca non saprei, so che dopo 23 anni ancora non mi sono annoiata di guardare immagini, di pensare su di esse, di cercarle, mi sono annoiata della stupidità umana, delle stronzate che si raccontano sulla fotografia, dell’aurea magica che viene attaccata al FOTOGRAFO, alle stronzate della critica che promuove “nonsense” fotografici puramente per commercio… ma della fotografia no, della sua magia e del suo mistero mai.
amo la mia fotografia
amo i miei tagli
amo gli istanti che congelo, non per megalomania o per autocelebrazione, semplicemente li amo come una cuoca si sente soddisfatta alla fine del pranzo per l’impegno e l’amore che ha messo nel cucinare, ecco mi sento così.
e voi? che state sempre a “vivisezionare” queste fotografie, a cercare di capire… come se si potesse capire, l’arte, la musica, la fotografia
queste si devono “sentire” non capire
vivono in quell’area di confine dove l’intangibile esiste, ma non è definibile
amatela, la fotografia, usatela, fatevi mostrare le cose del vostro cuore, rompete le gabbie, non inseguite il successo, il denaro, la fama, verranno da se forse, forse no, ma godetevi il viaggio, fotogramma dopo fotogramma, come fosse l’ultimo che potete scattare, 
lasciate segni, pieni di significato, raschiatevi l’anima e metteteci sangue e sudore, fate scatti che facciano pensare, che tocchino i cuori, tutto il resto passerà…
Ivanda Mariottini
"sulla fotografia e la qualità" Collana Gli Introvabili Ed. La Dea

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