mercoledì 19 novembre 2014

Il viaggio in Sicilia e Pirandello

Nel 1968 Ivanda Mariottini si reca in Sicilia per un viaggio di lavoro, insieme al suo compagno dell'epoca un giornalista americano che stava scrivendo un'articolo sulla realtà del sud italiano.
Realizza un reportage misto: la terra, la gente, i colori, i segni, le atmosfere, quel materiale rimarrà in archivio per molti anni, Poi Ivanda lo riprende intorno agli anni 90, lo edita, lo assembla, lo ripensa secondo le novelle che tanto ama di Pirandello.
Mi dirà spiegandomi il lavoro:
"Se c'è stato un grande fotografo in questo secolo, sicuramente è stato Pirandello.
Ha fotografato la vera faccia degli esseri umani, i loro nudi più intimi, i loro sogni più proibiti"

Tutto il lavoro è raccolto nel libro
"Caos - l'ordine che ho ritrovato. Fotografie di un ricordo in Sicilia 1968-1993" Ivanda Mariottini Ed. La Dea - Collana Gli introvabili

Stasera vi regalo la mia preferita
La venditrice di bambini
Accompagnata da un estratto della novella Donna Mimma

"Il tempo è relativo e anche ciò che noi crediamo, la verità della fotografia ad esempio, i suoi tempi, i suoi luoghi, bisognerebbe riuscire a sentire i profumi del mare e il rumore del vento tra i rami del pino e poi eventualmente, quando la mente è sgombra dal pregiudizio, scattare,"
Ivanda Mariottini



giovedì 2 ottobre 2014

Dovima

Questa foto è del 1946...
Lei è Dovima la prima super modella al mondo nata nel 1927 a Newyork che equivale forse a essere nati nel 60 a Roma ed morta nel 1990 per un cancro al fegato...
È la modella della foto di Avedon con gli elefanti e il primo abito disegnato da Yves Saint Laurent per Dior...

Stasera ho fatto una donazione a Wikipedia perché se la meritano.
E non ho copiato incollato ma ho 'riassunto' a differenza di qualcun'altro...
ma non è importante, importante invece e guardare questa immagine:
la sua composizione, le sue 'masse', le sue aree, i suoi moduli.

Vanessa Rusci

"C'è un modo per leggere le immagini che non è interpretativo, è un metodo che è silenzio della mente, chiamalo pancia, chiamalo istinto...
È come guardare un tramonto: senti il rosso che grida, percepisci l'azzurro che inghiotte, i viola ti accarezzano gli occhi, i verdi li rinfrescano e poi c'è l'aria, i profumi, la terra: non c'è giusto o sbagliato, non c'è bello o brutto, c'è il rapimento, c'è la completezza, c'è una sorta di estasi che sfugge, che muta... è un'esperienza.
Ecco questo per me si dovrebbe fare davanti alle fotografie:guardarle, esperienziarle.
Ma siamo troppo complicati e incapaci di lasciarsi andare al vivere..."

Ivanda Mariottini
"Inseguendo Marco Polo - Le radici dell'inizio e della fine" Ed La Dea - I non collezionabili 1998

domenica 22 giugno 2014

La Fotografia e il tempo

"Da piccola amavo prendere una sedia avvicinarla alla cucina economica, mentre mia madre cucinava e osservare i piatti in cottura.
L'acqua che bolliva, le uova che cuocevano, le minestre che ribollivano, le patate che friggevano.
Il calore che trasformava, che attivava processi di cambiamento, che "faceva muovere" le cose.
Perché le bollicini d'aria comparivano dal fondo delle pentole ed esplodevano in superficie, perché la chiara dell'uovo si solidificava e poi si bruciava passando dal trasparente, al bianco, al nero?

Era la stessa cosa che faceva il passare del tempo con i nostri corpi, con le nostre cose?

Le magliette si lacerano, la pladtica diventa opaca, il legno si riga.

Le mani di mia madre negli anni si riempivano di righe, la pelle era meno elastica, righe di mappe...  Ricordo il profumo della crema delle sue mani pensando a queste immagini, l'unica cosa con cui si prendeva cura di se...

Da quale bisogno arriva la nostra illusione di eternità?

Scatto immagini che congelano istanti...

Impermanenza. "

Ivanda Mariottini
"La fotografia e il tempo"
Edizioni La dea
Collana I grandi della fotografia

giovedì 20 marzo 2014

Arte Sociale: l'atto performance istantanea che brucia nel Gange della bacheca Fb

Ho postato un trittico che ho rielaborato il 17 Marzo 2011 mentre mi trovavo a Zaira, una delle città invisibili di Italo, il mio caro amico che ogni anno il 17 Marzo mi ha mandato in una località incredibile.  E' un talento nel trovarmi i luoghi adatti per i miei ritiri.

Il lavoro è di tre anni fa, del mio giudizio di tempo, ed è stato nel casseto del como' che mi regalò mia nonna, quasi trent'anni fa... "in legno di cipresso, l'albero della memoria".

Oggi è riaffiorato...

Grazie a una canzone.

Così l'ho afferrato,  rielaborato, assemblato e postato.

Un funerale che diventa rinascita e liberazione.

Come sul fiume Gange.

Mi sono spogliata, lavata, profumata e l'ho ragalato al fiume di immagini che ogni giorno bruciano per rincarnarsi poi in nuove idee, di altri.

E' un atto veloce, ispirato,  visto sicuramente da chi ho voluto invitare, e da chi casualmente "visualizza"  in quel breve istante  in cui io sto postando...

Esposizioni in sincronia...


Da

"iperproduzione e social arte"

2013

Ed La Dea

Collana Nuovi Media


mercoledì 22 gennaio 2014

Sul reportage

La vecchia aveva occhi velati, non capivo da cosa, la sua vista era buona...
Ci guidò dentro i vicoli della città, non avevo paura. La sua energia mi stupiva.
Arrivammo al ritrovo. 
Mi resi subito conto che non avrei potuto scattare fotografie. Ascoltai.
Era troppa la rabbia e la disperazione di tutte quelle donne.
Finí tutto dopo due ore. 
La vecchia ci riportò all'albergo.
Il ritorno fu più lungo e più silenzioso.

La giornalista mi chiese che immagini avremmo inviato al giornale l'indomani.

Non risposi.

In hotel la vecchia mi portò una tisana:
"Grazie, al giornale manda le immagini delle mie mani, c'è dentro tutta la rabbia che cerchi"

Ivanda Mariottini - Reportage Ed La Dea - Collana MaiTerminati

Photo Vanessa Rusci
Impermanenza

lunedì 13 gennaio 2014

Dell'arte mobile della fruizione dell'istante e della fotografia

"Mi dicevo: se fossi un pittore metterei colori sulla tela e poi li  modificherei giorno dopo giorno per creare quest'opera infinita che somigliasse alla vita,
se fossi scultore ogni giorno aggiungerei un pezzo o lo toglierei... Se fossi musicista ogni giorno scriverei un libro, facendo nascere e morire parti, ammalandole e guarendole...

Ma sono fotografa e non so come rendere flusso continuo la mia arte.

La luce rimaneva ferma li registrata.

Provai  a tagliare le foto e ricomporle e poi a unire pezzi di nuove foto...
poi ho proiettato diapositive, riscattato foto e ritagliato nuove immagini e formato nuove composizioni...
e alla fine ho trovato la fruizione come forma d'arte... riscoperto la memoria... compreso il gesto artistico... apprezzato ogni istante della vita..."
Da
" Dell'arte mobile, della fruizione, dell'istante e della fotografia"
Ed La Dea Collana I Saggi

martedì 7 gennaio 2014

Come si giudica una fotografia

"Nonostante pochi mi credano, non ho mai detto "mi piace" a una fotografia che non mi piaceva.  Ho troppo rispetto per questa nobile arte. Ho incoraggiato certo,  come quella volta in Francia, una ragazzina che non sapeva fare fotografia, che non aveva stile, ne idee ma aveva due occhi che vedevano e nel corso, un approccio con i 5 sensi alla fotografia, li aveva solo lei, gli altri erano troppo arroganti per vedere. Le dissi che era brava, generando panico tra i saputelli del gruppo, i ciechi colti dell'arte fotografica, generando lamento e insoddisfazione in chi diffidava del metodo sensoriale e che così trovava conferma.
Loro erano ciechi, e mi facevano un po pena, avevano bisogno di regole, certezze, qualcuno che fosse una guida, qualcuno che avesse vinto una guerra così da garantire sicurezze. Non sapevano neppure vivere oltre a non vedere. Invidiosi o leccaculi.
Lei invece era una vedente, vedeva così tanto che non aveva tempo di star a guardare cosa facevano gli altri nel tentativo disperato di rassicurarsi  sulla  correttezza della strada intrapresa.
Una vedente che avrebbe dovuto studiare tanto, non affogare nel proprio ego, non stancarsi del duro viaggio e lei si', avrebbe fatto Fotografia.
E la fece. Ad oggi dopo 23 anni espone in tutto il mondo. Ci regala ciò che vede.

Mai dire "mi piace" per compiacere, per accattivarsi compagni di viaggio. Mai fermarsi alla convenzione del brutto e del bello, secondo chi poi? Secondo che epoca? Che cultura?
Come si giudica una foto?
Ci sono 4 punti inportantissimi di cui il 4 è il più importante:
1 lo studio con umiltà e spirito di ricerca
2 lo studio con umiltà e spirito di ricerca
3 lo studio con umiltà e spirito di ricerca
4 vivere la vita."
- Come si giudica una fotografia - Ivanda Mariottini - Ed La Dea Collana Gli introvabili

Photo Vanessa Rusci
Scultura presso Galleria Senza Limiti Arte Colle Val d'Elsa
Siena
Finissage GiraCollArte

A proposito di libri e fotografia

"La fotografia racconta storie e attimi, cosa sarebbe un mondo senza foto? E senza libri?
Sapete come considero le fotografie? Come i libri. E i libri li considero come piccoli sassi che vengono aggiunti alla strada che si apre davanti a noi, contribuiscono a fare la strada, ci passiamo sopra, troviamo cosa hanno capito, vissuto gli altri e dove sono arrivati e poi continuiamo con le nostre pietruzze da dove sono arrivati loro a costruire quella lunga strada che è vita e conoscenza..." - Siamo un infinito proseguo di energia - Ivanda Mariottini -Ed La Dea - Collana i Preziosi

giovedì 2 gennaio 2014

Arte per dire la nostra in un mondo che non lo permette più

"...arte è un modo di vivere, senza l'arte sarei stata un ragioniera isterica e mi sarei suicidata a 36 anni. Senza la mia passione per l'arte non sarei stata in grado non sarei stata in grado di affrancarmi dalla mia ignoranza imposta dal ceto sociale dal quale provenivo, un ceto che viene tenuto nell'ignoranza per essere ingrassato e munto come un gregge. Ho visto troppe menti geniali essere arrestate dal bisogno economico e dal pregiudizio. L'arte mi ha salvata, facendomi intravedere la via che mi avrebbe fatto parlare, mi avrebbe fatto essere attiva nel mondo di chi decide.
e una volta vista ho deciso che avrei sopportato qualsiasi sacrificio per seguirla fino in fondo!"

Ivanda Mariottini
"Sono una radical chic delle case popolari"
Ed. La dea Collana Gli Introvabili

Chi è Ivanda Mariottini

Ivanda Mariottini nasce nel 1949 in Italia, precisamente in una piccola frazione chiamata Abbandonato, nel comune di Stribugliano nella provincia di Grosseto.
Orfana di madre all'età di 3 anni e mezzo, cresce con il padre e le sorelle.
Prende la sua prima macchina fotografica in mano all'età di 16 anni, una macchina fotografica vinta dalla sorella, ipovedente, a un concorso a premi scolastico. Le sue prime immagini le scatta con il padre a Pisa. Il padre morirà l'anno dopo per una malattia alla testa.
Gli anni successivi sono anni dei quali si hanno pochissime notizie, molte le versioni dei fatti, molte le circostanze troppo oscure. Apparentemente casalinga sposata con un giovane uomo dal quale ha due figli e con il quale interrompe la relazione intorno al 1993, pochi la frequentano e la conoscono in quegli anni, si dice di lei che è molto timida, molto riservata, che non esce mai.

Nel mistero di quegli anni c'è chi la colloca nel periodo della guerra fredda come spia americana, chi la vede come braccio destro di una delle donne più importanti della musica italiana, chi la colloca tra le donne che parteciparono al processo della perestrojka... certo è che non si hanno notizie certe.

Quello che però da qualche anno sta emergendo sono i suoi libri, i suoi scritti, sull'arte, sulla fotografia, sulla vita.

I libri sono stati pubblicati dall'editore Anesvas Sciru, greco, proprietario della casa La Dea, nella collana Gli introvabili e altre minori.

Questo Blog pubblicherà degli estratti.
e alcune fotografie di Ivanda Mariottini.
Quelle poche che si possono trovare.

Io sono una delle sue più grandi Fans
una di quelle che è diventata quello che è grazie a Lei!

VaRu

  « La fotografia, come le altre arti, come il linguaggio, come la letteratura subirà la sua evoluzione: una volta che si saranno stancati d...