domenica 22 giugno 2014

La Fotografia e il tempo

"Da piccola amavo prendere una sedia avvicinarla alla cucina economica, mentre mia madre cucinava e osservare i piatti in cottura.
L'acqua che bolliva, le uova che cuocevano, le minestre che ribollivano, le patate che friggevano.
Il calore che trasformava, che attivava processi di cambiamento, che "faceva muovere" le cose.
Perché le bollicini d'aria comparivano dal fondo delle pentole ed esplodevano in superficie, perché la chiara dell'uovo si solidificava e poi si bruciava passando dal trasparente, al bianco, al nero?

Era la stessa cosa che faceva il passare del tempo con i nostri corpi, con le nostre cose?

Le magliette si lacerano, la pladtica diventa opaca, il legno si riga.

Le mani di mia madre negli anni si riempivano di righe, la pelle era meno elastica, righe di mappe...  Ricordo il profumo della crema delle sue mani pensando a queste immagini, l'unica cosa con cui si prendeva cura di se...

Da quale bisogno arriva la nostra illusione di eternità?

Scatto immagini che congelano istanti...

Impermanenza. "

Ivanda Mariottini
"La fotografia e il tempo"
Edizioni La dea
Collana I grandi della fotografia

giovedì 20 marzo 2014

Arte Sociale: l'atto performance istantanea che brucia nel Gange della bacheca Fb

Ho postato un trittico che ho rielaborato il 17 Marzo 2011 mentre mi trovavo a Zaira, una delle città invisibili di Italo, il mio caro amico che ogni anno il 17 Marzo mi ha mandato in una località incredibile.  E' un talento nel trovarmi i luoghi adatti per i miei ritiri.

Il lavoro è di tre anni fa, del mio giudizio di tempo, ed è stato nel casseto del como' che mi regalò mia nonna, quasi trent'anni fa... "in legno di cipresso, l'albero della memoria".

Oggi è riaffiorato...

Grazie a una canzone.

Così l'ho afferrato,  rielaborato, assemblato e postato.

Un funerale che diventa rinascita e liberazione.

Come sul fiume Gange.

Mi sono spogliata, lavata, profumata e l'ho ragalato al fiume di immagini che ogni giorno bruciano per rincarnarsi poi in nuove idee, di altri.

E' un atto veloce, ispirato,  visto sicuramente da chi ho voluto invitare, e da chi casualmente "visualizza"  in quel breve istante  in cui io sto postando...

Esposizioni in sincronia...


Da

"iperproduzione e social arte"

2013

Ed La Dea

Collana Nuovi Media


mercoledì 22 gennaio 2014

Sul reportage

La vecchia aveva occhi velati, non capivo da cosa, la sua vista era buona...
Ci guidò dentro i vicoli della città, non avevo paura. La sua energia mi stupiva.
Arrivammo al ritrovo. 
Mi resi subito conto che non avrei potuto scattare fotografie. Ascoltai.
Era troppa la rabbia e la disperazione di tutte quelle donne.
Finí tutto dopo due ore. 
La vecchia ci riportò all'albergo.
Il ritorno fu più lungo e più silenzioso.

La giornalista mi chiese che immagini avremmo inviato al giornale l'indomani.

Non risposi.

In hotel la vecchia mi portò una tisana:
"Grazie, al giornale manda le immagini delle mie mani, c'è dentro tutta la rabbia che cerchi"

Ivanda Mariottini - Reportage Ed La Dea - Collana MaiTerminati

Photo Vanessa Rusci
Impermanenza

lunedì 13 gennaio 2014

Dell'arte mobile della fruizione dell'istante e della fotografia

"Mi dicevo: se fossi un pittore metterei colori sulla tela e poi li  modificherei giorno dopo giorno per creare quest'opera infinita che somigliasse alla vita,
se fossi scultore ogni giorno aggiungerei un pezzo o lo toglierei... Se fossi musicista ogni giorno scriverei un libro, facendo nascere e morire parti, ammalandole e guarendole...

Ma sono fotografa e non so come rendere flusso continuo la mia arte.

La luce rimaneva ferma li registrata.

Provai  a tagliare le foto e ricomporle e poi a unire pezzi di nuove foto...
poi ho proiettato diapositive, riscattato foto e ritagliato nuove immagini e formato nuove composizioni...
e alla fine ho trovato la fruizione come forma d'arte... riscoperto la memoria... compreso il gesto artistico... apprezzato ogni istante della vita..."
Da
" Dell'arte mobile, della fruizione, dell'istante e della fotografia"
Ed La Dea Collana I Saggi

martedì 7 gennaio 2014

Come si giudica una fotografia

"Nonostante pochi mi credano, non ho mai detto "mi piace" a una fotografia che non mi piaceva.  Ho troppo rispetto per questa nobile arte. Ho incoraggiato certo,  come quella volta in Francia, una ragazzina che non sapeva fare fotografia, che non aveva stile, ne idee ma aveva due occhi che vedevano e nel corso, un approccio con i 5 sensi alla fotografia, li aveva solo lei, gli altri erano troppo arroganti per vedere. Le dissi che era brava, generando panico tra i saputelli del gruppo, i ciechi colti dell'arte fotografica, generando lamento e insoddisfazione in chi diffidava del metodo sensoriale e che così trovava conferma.
Loro erano ciechi, e mi facevano un po pena, avevano bisogno di regole, certezze, qualcuno che fosse una guida, qualcuno che avesse vinto una guerra così da garantire sicurezze. Non sapevano neppure vivere oltre a non vedere. Invidiosi o leccaculi.
Lei invece era una vedente, vedeva così tanto che non aveva tempo di star a guardare cosa facevano gli altri nel tentativo disperato di rassicurarsi  sulla  correttezza della strada intrapresa.
Una vedente che avrebbe dovuto studiare tanto, non affogare nel proprio ego, non stancarsi del duro viaggio e lei si', avrebbe fatto Fotografia.
E la fece. Ad oggi dopo 23 anni espone in tutto il mondo. Ci regala ciò che vede.

Mai dire "mi piace" per compiacere, per accattivarsi compagni di viaggio. Mai fermarsi alla convenzione del brutto e del bello, secondo chi poi? Secondo che epoca? Che cultura?
Come si giudica una foto?
Ci sono 4 punti inportantissimi di cui il 4 è il più importante:
1 lo studio con umiltà e spirito di ricerca
2 lo studio con umiltà e spirito di ricerca
3 lo studio con umiltà e spirito di ricerca
4 vivere la vita."
- Come si giudica una fotografia - Ivanda Mariottini - Ed La Dea Collana Gli introvabili

Photo Vanessa Rusci
Scultura presso Galleria Senza Limiti Arte Colle Val d'Elsa
Siena
Finissage GiraCollArte

A proposito di libri e fotografia

"La fotografia racconta storie e attimi, cosa sarebbe un mondo senza foto? E senza libri?
Sapete come considero le fotografie? Come i libri. E i libri li considero come piccoli sassi che vengono aggiunti alla strada che si apre davanti a noi, contribuiscono a fare la strada, ci passiamo sopra, troviamo cosa hanno capito, vissuto gli altri e dove sono arrivati e poi continuiamo con le nostre pietruzze da dove sono arrivati loro a costruire quella lunga strada che è vita e conoscenza..." - Siamo un infinito proseguo di energia - Ivanda Mariottini -Ed La Dea - Collana i Preziosi

giovedì 2 gennaio 2014

Arte per dire la nostra in un mondo che non lo permette più

"...arte è un modo di vivere, senza l'arte sarei stata un ragioniera isterica e mi sarei suicidata a 36 anni. Senza la mia passione per l'arte non sarei stata in grado non sarei stata in grado di affrancarmi dalla mia ignoranza imposta dal ceto sociale dal quale provenivo, un ceto che viene tenuto nell'ignoranza per essere ingrassato e munto come un gregge. Ho visto troppe menti geniali essere arrestate dal bisogno economico e dal pregiudizio. L'arte mi ha salvata, facendomi intravedere la via che mi avrebbe fatto parlare, mi avrebbe fatto essere attiva nel mondo di chi decide.
e una volta vista ho deciso che avrei sopportato qualsiasi sacrificio per seguirla fino in fondo!"

Ivanda Mariottini
"Sono una radical chic delle case popolari"
Ed. La dea Collana Gli Introvabili

  « La fotografia, come le altre arti, come il linguaggio, come la letteratura subirà la sua evoluzione: una volta che si saranno stancati d...